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martedì 27 dicembre 2011

THINK DIFFERENT




"Solo quelli così folli da pensare di poter cambiare il mondo, sono coloro i quali lo cambiano davvero..."



domenica 18 dicembre 2011

TU O LA TUA AZIENDA POTRESTE MAI COMPORTARVI COSì?...


Cosa succederebbe nella vostra azienda se andasse in tilt il sistema informatico di fatturazione, o il registratore di cassa, mentre i clienti sono in attesa dei loro prodotti/servizi? Mi permetto di intuire che i casi sarebbero due: o lo scontrino/fattura verrebbe inviato al cliente in un momento successivo, permettendogli comunque di usufruire del bene/servizio, oppure, nei casi più estremi, verrebbe chiusa temporaneamente l’attività, giusto?
Per TRENITALIA il cliente a cui viene impedito di acquistare regolare biglietto, ma a cui viene tranquillamente permesso di accedere all’usufrutto del servizio, è colpevole, addirittura una persona che ha commesso un atto DELINQUENZIALE (non sto esagerando, e spiegherò il perché…)
Descrivo brevemente i fatti.
In data 15/12/11 mi sono recato a Roma in treno per lavoro (sono un trentenne che sta con sacrificio tentando di portare avanti una piccola attività in proprio, per la quale cerco di sbarcare il lunario mese per mese… anzi settimana per settimana). Intorno alle 18 mi trovavo alla stazione Termini  per prendere il treno del ritorno, direzione Modena.
Mi sono recato immediatamente alle biglietterie automatiche self-service (inutile descrivere la ressa chilometrica presente alle biglietterie normali) e l’acquisto del biglietto del treno che stava per partire (che ho naturalmente perso) mi è stato inibito da un disservizio del sistema  elettronico centrale. E così in tutti gli svariati terminali che ho “girato” all’interno della stazione, e così per tutti gli svariati treni successivi della stessa tratta. I messaggi erano diversi, ma riportavano tutti allo stesso problema: “mancanza di collegamento al sistema centrale” / “prenotazione non effettuabile, rivolgersi alle normali biglietterie” / “impallamento” del software (ndr).
Il primo biglietto che mi è stato permesso di acquistare è stato quello relativo ad un viaggio che sarebbe partito la mattina successiva, ma di certo non potevo trattenermi a Roma fino al giorno dopo, dovendo pagare un pernottamento a Roma e perdendo la mattina successiva in viaggio: avevo inderogabili impegni di LAVORO vòlti a portare avanti la mia, seppur piccola, azienda. Ero  comunque ben disposto a pagare la sanzione amministrativa di € 8 per avere preso un treno non conforme al biglietto acquistato.
Sono salito sul treno (che, per completare la beffa, ho poi scoperto essere un treno diretto che non effettuava la fermata a Bologna, a me necessaria, ma questo è  stato un mio inequivocabile errore per il quale ero ben cosciente di dover rispondere. E per il quale, di fronte alla mia semplicissima richiesta se il treno fermasse anche a Bologna, mi sono sentito rispondere  arrogantemente “e secondo lei dovremmo fermare il treno a Bologna solo per lei?!”) e sono stato di fatto trattato, davanti a tutti, da DELINQUENTE: “Lei è sprovvisto di biglietto”…”Se la biglietteria era rotta, avrebbe potuto fare il biglietto su internet (?!)”…”Se non può pagarne uno nuovo per intero, maggiorato della penale di € 50, le faccio il verbale”…”verrà perquisito dalla POLFER e se scoprono che ha addosso dei contanti o un bancomat passa dei guai”…”deve firmare il verbale altrimenti passa maggiori guai”.
Dalle minacce ai fatti: poiché, avendo già speso i soldi a mia disposizione nell’acquisto del biglietto alla stazione, non avevo in alcun modo la possibilità di acquistarne un altro, per di più con l’aggiunta di € 50 di penale, mi è stato arrogantemente comminato un verbale di € 300 (il normale biglietto per quella tratta costa € 91!!!), che sono stato costretto, dietro minacce, a firmare. Ripeto COSTRETTO DIETRO MINACCE.
Dopo mie rimostranze di fronte ad un’ingiustizia e ad un trattamento di questo genere, mi è stata data, per “gentilissima concessione”, la possibilità di pagare con bollettino postale la cifra “ridotta” di € 141 (91+50) entro 3 giorni dalla data del verbale.

Beh, almeno alla fine a Milano ci sono arrivato, alle 22…purtroppo alle 21 cominciava uno sciopero generale di FS che mi ha costretto a passare la notte (a spese mie, naturalmente) e parte della giornata di lavoro successiva a Milano…in stazione ad attendere i miei diritti di cittadino pagante, ad oltranza. Ma questa è un’altra storia…

Non vorrei tanto soffermarmi sui soliti luoghi comuni per cui in Italia gli unici ad essere tartassati sono le persone per bene, che pagano sempre e comunque, anche di fronte alle ingiustizie, e che quando non riescono più a rispettare gli impegni arrivano a suicidarsi (come sta succedendo in Veneto negli ulitmi mesi). Oppure che in TUTTO IL MONDO (civilizzato e non) è possibile acquistare il biglietto direttamente sul treno, senza alcun aggravio (anche quando le biglietterie a terra sono perfettamente funzionanti!). Oppure che in nessun altro paese civilizzato si assiste a scene di arrogante e menefreghista coercizione del cittadino, da parte di persone ed enti che, di fatto, dovrebbero dare un servizio ai propri clienti, etc.
Mi chiedo solo: voi e/o la vostra azienda potreste mai permettervi di comportarvi così? Quali conseguenze (interne ed esterne) avreste se vi comportaste (professionalmente parlando) in questo modo? E poi, credete che il controllore si sarebbe mai sognato di utilizzare quel tipo di atteggiamento nei confronti di un politico o di qualcuno che può auto-autorizzarsi a non rispettare le regole, magari addirittura punendo chi gliele potrebbe/vorrebbe giustamente far rispettare? La risposta è ovvia:  CERTAMENTE NO…
Invito chi di dovere a fare molta attenzione…la corda si sta sfilacciando con molta più velocità e forza di quanto si riesca a realizzare. Posto che lo si realizzi…

domenica 11 dicembre 2011

CARICO-SCARICO

Il concetto di "CARICO-SCARICO" assume una propria valenza sostanziale principalmente nel ns. frenetico mondo occidentale...il motivo è di facile intuizione.

Il primo immediato collegamento mentale ci porta sicuramente a pensare alla zona nel retro dei negozi, dei supermercati e dei centri commerciali in cui si effettua il carico e lo scarico delle merci in entrata ed in uscita.

Ma proviamo a riflettere su quanto spesso questo concetto riemerge nei mille risvolti pratici della nostra giornata.
Quante volte al giorno ci capita di dover caricare la batteria del cellulare, del pc, dell'automobile (quest'ultima non di frequente, spero...), la quale, con il suo intenso utilizzo, si scaricherà, e spesso anche velocemente? Forse pensare alla scarica elettrica a terra, violenta ed impattante, dell'energia accumulata nell'atmosfera, che si manifesta sotto forma di fulmine, chiarisce in modo ulteriormente concreto questo fenomeno.
Quante volte al giorno ci capita di dover caricare qualcosa in macchina (la spesa, la borsa della palestra, i documenti di lavoro, il partner :-) per poi doverlo scaricare?
Quante volte al giorno ci capita di caricare/accumulare adrenalina, rabbia, nervosismo, ma anche gioia, amore e passione, che in qualche modo sentiamo l'esigenza fisica di dover scaricare? Quando ci capita di piangere, le lacrime che escono sono la cosa più tangibile ed emblematica, e naturale, del "sovraccarico" di uno di questi sentimenti/emozioni...funziona un po' come nei videogames: quando la barra dell'energia si carica, o si scarica, del tutto, c'è il botto, il default (per usare un termine un po' inflazionato di questi tempi), il reset!
Carico, o più spesso sovraccarico, di informazioni, immagini, idee, o peggio, costrutti mentali...
Carico, o più spesso sovraccarico, di imposizioni (hard o soft) di idee, valori, schemi, regole ed obiettivi di altri, che hanno poco o niente a che vedere con il nostro intimo modo di sentire, di pensare, di vivere, di essere...
Sarei un ipocrita se dicessi che mentre sto scrivendo questo blog non mi sto scaricando...si, proprio così...sto scaricando i miei pensieri, che magari durante la giornata non riesco a condividere con qualcun altro, le riflessioni, le osservazioni, la vita.
Io gestisco un negozio. Posso assicurare che non c'è soddisfazione più grande di scaricare/vendere/spedire gli articoli che ho acquistato, dopo aver dovuto caricarli sulle mie spalle (e dei miei validi collaboratori), in tutti i sensi: sia fisici, sia mentali ed immateriali. A livello di contabilità gli articoli acquistati vengono caricati "a sistema", e sulle loro giacenze si pagano le tasse alla fine dell'anno; a livello operativo vengono caricate le etichette di tutti i pezzi acquistati che, con impegno e concentrazione mentale, devono essere applicate su ogni singola confezione; a livello di magazzino, se la quantità della merce acquistata è consistente, vengono impegnati/caricati metri di scaffali e bancali; a livello finanziario (che è sempre la nota più dolente...) viene caricato in banca il pagamento della partita di articoli acquistati, che, posso garantire, nel complesso ha un peso specifico (tendenzialmente sempre presente e sempre in crescita) davvero rilevante...un po' come il macigno che porta costantemente Obelix sulla schiena :-).
Quando paghiamo un debito ci scarichiamo di un peso mentale e morale non indifferente (questo vale solo per gli onesti, ovviamente :-)
Quando ci togliamo i vestiti e le scarpe prima di andare a dormire, o appena rientrati a casa dopo una dura giornata di lavoro, ci scarichiamo di un peso fisico non indifferente.
Uno sportivo scarica, durante l'allenamento, l'adrenalina accumulata in corpo.
La tecnologia, il SOFTware (leggero, immateriale) ci aiutano giornalmente, in modo sempre più rapido ed immediato, a scaricare, o perlomeno a non sovraccaricare, la nostra mente di calcoli, promemoria, planning, operazioni automatiche e routinarie...le fanno loro per noi, con precisione ed affidabilità (quando funzionano :-).
L'organizzazione (aziendale, familiare, personale) non è nient'altro se non la tecnica/il metodo/il sistema per gestire i carichi e gli scarichi, gli inputs e gli outputs, le esigenze/i problemi e le loro soluzioni.

Dobbiamo solo tenere alta la guardia nel mantenere il giusto equilibrio CARICO-SCARICO (...ebbene si, anche qui c'è un equilibrio da mantenere!), evitando non solo di sovraccaricare (concetto comune e ben comprensibile a tutti nel nostro mondo occidentale), ma anche, UDITE UDITE, di "sovrascaricare".
Cerco di spiegarmi con una bellissima immagine di Luciano De Crescenzo (cito testualmente): "L'animo umano è simile ad un motorino fuoribordo: per stare bene deve fare un certo numero di giri senza mai superarli. L'elica di un fuoribordo, se immersa nell'acqua, va a tremila giri. Più gira e più la barca va veloce. Se però la facciamo girare fuori dall'acqua supera subito i tremila giri e fonde. Perchè? Perchè è stata costruita per vincere la resistenza dell'acqua. Se questa resistenza non c'è, l'elica va in tilt. Ebbene, il nostro animo è stato costruito per farci superare le difficoltà della vita. Il giorno in cui queste difficoltà sparissero, anche il nostro animo finirebbe con l'andare fuori giri, ovvero in depressione."...consolante, no?

E poi, cosa c'è di più bello ed appagante che andare in bagno a liberare il nostro corpo da tutte le ingordigie e le abbuffate del week-end, o delle feste di Natale?!
Mi scuso per la volgarità conclusiva, ma, come diceva  Ortega y Gasset (all'incirca...purtroppo ho solo qualche vaga reminiscenza): "Quando ho mal di denti sono io a provare, capire e sapere esattamente cosa significa, non gli altri..."

Felice carico-scarico a tutti!